domenica 16 marzo 2008

compito 1

Durante la “Giornata Internazionale contro la cybercensura”, Reporters sans frontieres ha riportato che nel 2007, ci sono stati più di 2600 casi di censura (in Paesi come Cina, Vietnam, Birmania) su siti Internet. La notizia che mi ha fatto maggiormente riflettere è che tale restrizione è garantita dagli stessi motori di ricerca di Internet che pur di assicurarsi una presenza nel mercato, accettano determinate condizioni e non esitano a fornire ai governi informazioni per far chiudere siti e blog. Quindi, i cyberdissidenti che usano la rete per denunciare la repressione culturale presente nel loro Paese sono a loro volta colpiti e denunciati dal loro stesso strumento. Nonostante si professi un concetto di Internet come espressione di assoluta libertà individuale, è in realtà Internet stesso a togliertela e a censurarti. Se è vero questo per alcuni Paesi del mondo, è possibile che ciò si verifichi anche nella vita quotidiana di tutti noi. Ma allora quanto siamo liberi di esprimerci sulla rete e quanto siamo in realtà controllati dai padroni di Internet ? Dopo le intercettazioni dei cellulari e delle e-mail anche i blog potrebbero essere intercettati e controllati? Forse ha sempre più ragione George Orwell. Parole 194.

1 commento:

Andreas Formiconi ha detto...

È interessante questo intervento.

I gestori dei motori di ricerca possono prestarsi a compromessi per motivi di business ma questo è ancora lontano dal controllo totale di ciò che viene pubblicato, cosa di fatto impossibile, oramai, credo.

Sarebbe a maggior interessante che tu citassi le fonti in modo che si potesse approfondire l'argomento.

Di una cosa sono però sicuro: Internet non ha padroni, per sua natura. Questo è certo e ed anche confortante.